Sono davvero felice di scrivere il primo post di dicembre, uno degli ultimissimi dell’anno dunque, per raccontarti un’esperienza insolita per questo blog; non per la Piccola Gerbera in realtà, che fa così tante cose diverse che in più di un anno non è ancora riuscita a riferirle tutte!
Se hai mai dato una sbirciata al mio sito, sai che sono anche guida turistica. Mi sono abilitata nella provincia di La Spezia ormai tre anni fa e nel frattempo sono state per legge eliminate le limitazioni provinciali; per questo oggi sono, come tutti gli altri miei colleghi, guida nazionale d’Italia. Potrei cioè esercitare ovunque, ma questa non è la mia ambizione, mi limito dunque al territorio, in senso ampio, in cui vivo e che meglio conosco. Strano confessare che non è Pisa! Eppure vivo qui da più di dieci anni e qui ho studiato all’Università.
C’è in realtà un luogo in cui mi sento sempre davvero a casa e che negli anni ho imparato a conoscere attraverso lo studio e l’esperienza e che non smette di affascinarmi e stupirmi.
E così, per una deliziosa serie di coincidenze che non mi lasciano mai indifferente, mi sono ritrovata a rispondere a una richiesta di un’associazione culturale di Genova di accompagnare un gruppo per l’intera giornata sabato scorso proprio a Lucca. Potevo dire di no? Soprattutto se nel programma vedo inserito il Museo Nazionale di Villa Guinigi, uno dei due musei dove è nata tutta la mia passione per la didattica museale e dove ho imparato l’abc del mestiere grazie a Riccardo Massagli, mia insostituibile guida, e alla sua rimpianta associazione Pistrice. Eccomi dunque pronta per riempirmi occhi, spirito e cuore di bellezza e vecchi ricordi sabato 5 dicembre.
Complice una sorprendente giornata di sole, tersa ma non gelida, ho condotto un bel gruppetto di soci dell’associazione I Luoghi d’Arte in un gradevole percorso alla scoperta dei tesori più noti di Lucca, senza tralasciare qualche piccola curiosità meno conosciuta ed insolita: la medievale porta San Gervaso, il duomo di San Martino con l’affascinante Ilaria Del Carretto, la pietra del diavolo di palazzo Bernardini, la maestosa San Michele in Foro, l’affollato Fillungo e la chiesa di San Frediano, nonché lo scorcio dalle mura del giardino all’italiana di Palazzo Pfanner e la svettante torre Guinigi…
Però devo confessarti una cosa: fare la guida non è semplice e tra tutte le mie attività non è quella che preferisco. Spesso capita di finire in luoghi affollatissimi, conducendo comitive sballottate da un posto all’altro con poca consapevolezza, interessate talvolta a “timbrare il cartellino” di una visita da poter raccontare ma non realmente coinvolte…mentre tu vorresti riferire tutte le meraviglie che conosci, ok non proprio tutte, ma ti assicuro che so dosarmi e scegliere cosa dire per conquistare il mio pubblico (ricordati che lavoro spesso con i bambini e loro sono senz’altro un pubblico molto esigente), solo che spesso non è realmente richiesto questo. E allora perché sto scrivendo di questa esperienza? Perché è stata totalmente diversa! E ne ero certa fin dal primo contatto: camminatori curiosi e con lo sguardo vispo, osservatori attenti e interessati a qualunque racconto, dall’aneddoto al piccolo excursus di storia dell’arte, e ancora domande e osservazioni che mi hanno lasciata totalmente appagata! Accade così che, quando ti ritrovi a percorrere le sale del tuo vecchio museo, tra un’ara romana che ancora ti ricorda i bambini intenti a disegnarla e un polittico con quel sospetto drago ai piedi della bella Margherita, tra racconti di storia lucchese e immersioni nel mondo dell’arte attraverso un allestimento che ancor oggi ti stupisce per efficacia e buon senso e guardando l’orologio ti accorgi che il tempo è volato e così per i tuoi accompagnatori, beh, la giornata ha avuto decisamente un senso, molto bello :)
Questo è il turismo che mi piace, questi sono i viaggiatori che ambisco ad accompagnare: un turismo lento che si prende il suo tempo per conoscere luoghi e persone, senza fretta e anzi in cerca di esperienze autentiche.
A Lucca questo è ancora senz’altro possibile; lo è ovunque? Sinceramente non lo so, ma certo realtà ben gestite e organizzate come I Luoghi d’arte fanno la differenza. Dunque grazie a Mario Beccaria, per l’affabilità e lo splendido lavoro, e grazie a tutti i signori e soprattutto le signore che si sono preoccupate delle mie mani fredde, sgridandomi bonariamente per l’assenza di guanti al momento dei saluti, tra un ringraziamento, un complimento e un accogliente sorriso. Grazie!
E tu che ne pensi? La Piccola Gerbera aspetta proprio te, per nuove chiacchiere e nuove immersioni nella bellezza di luoghi da (ri)scoprire.
Che bello, che commozione….
Questo nome mi risuona familiare :) Quanto ti hanno fischiato le orecchie?