Un fumetto in una porta: Bonanno e la cattedrale di Pisa – parte 2

Nuovo post della serie Racconti d’Arte dedicata ai bambini. Se vuoi sapere nel dettaglio di cosa si tratta e leggere l’articolo nel modo migliore, ti consiglio di seguire le semplici istruzioni che ho raccolto qui.

Vuoi ascoltare la storia anziché leggerla? Ecco qua il podcast con la mia voce narrante (non scordarti di seguirla con le immagini sotto gli occhi).
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Proseguiamo la storia sotto forma di fumetto della porta della cattedrale di Pisa. Ricordi? L’abbiamo iniziata insieme tanto tempo fa. La trovi qui.

Porta di San Ranieri di Bonanno Pisano

La porta di San Ranieri nella Cattedrale di Pisa – Foto di Sailko, CC BY-SA 3.0, trovi il file originale qui

Questa è la storia di un uomo famoso, così famoso che il suo racconto inizia dalla nascita in una grotta. Se ti è familiare è perché probabilmente conosci già la storia e anche perché l’abbiamo iniziata insieme tanto tempo fa, partendo da una porta (sì, proprio una porta!) della Cattedrale di Pisa. Ebbene, oggi proseguiamo il racconto con una certa premura, perché sono in ritardo di mesi, anzi anni! Se non ti ricordi la prima parte ti consiglio di recuperarla andando qui, perché ora non abbiamo abbastanza spazio per riprenderne i dettagli.

Ricapitoliamo solo una cosa: le scene della storia sono riquadri della porta laterale della Cattedrale di Pisa, realizzata in bronzo da uno scultore di nome Bonanno più di 800 anni fa, e sembrano vignette di un fumetto, perché ad accompagnare le immagini troviamo sempre una didascalia scritta in una lingua antica, il latino.

E dunque, dove eravamo rimasti?

Trapunte e abiti alla moda

Proprio qui: di fronte a Gesù, il protagonista della nostra storia, con la testa che spunta da una specie di enorme piumino trapuntato. Non sembra anche a te? Invece quella trapunta è il modo che ha usato Bonanno per raffigurare l’acqua del fiume Giordano, che è il posto dove San Giovanni Battista, sulla destra, battezza le persone adulte che scelgono di diventare, in maniera simbolica, figlie di Dio. Figurarsi se Gesù si tira indietro e non va anche lui a farsi battezzare immergendosi nell’acqua del fiume!
Ad assisterlo sulla sinistra troviamo due angeli sottoforma di valletti che gli tengono l’abito, uno di quei modelli alla moda con i pallini che abbiamo visto tante volte nella prima parte della storia.

Battesimo di Gesù – Foto di Lforzini, Opera propria, CC BY-SA 4.0, trovi il file originale qui

Nelle successive tre righe, o per meglio dire nei tre registri superiori, sono illustrati moltissimi episodi della vita di Gesù e per goderceli tutti con calma dedicheremo agli ultimi un nuovo racconto il prossimo mese. Ci stai?

Salendo nel registro superiore ritroviamo Gesù vestito del suo abito a pallini: è comodamente seduto su un cucuzzolo appuntito e sembra che stia amabilmente chiacchierando con una creatura un po’ strana. Ali d’angelo, codino a punta, piedi ad artiglio: sarà mica il diavolo? Eh già! Sulla destra una bella cupola su due preziose colonnine e una grande lampada centrale ci informano che quello è il tempio e il diavolo sta sfidando Gesù a buttarsi di sotto, perché tanto è figlio di Dio e può fare tutto. Ma Gesù gli risponde per le rime e dopo un po’ di battibecchi riesce a farlo fuggire col codino tra le gambe.

tentazione di Gesù

Tentazioni di Gesù – Foto di Lforzini, Opera propria, CC BY-SA 4.0, trovi il file originale qui

Effetti speciali in arrivo

Incredibili momenti lo attendono: come quando si reca sul monte Tabor insieme ai suoi tre amici preferiti, Pietro, Giacomo e Giovanni, e riceve in visita due importanti uomini che vengono dal passato, Mosè ed Elia, e comincia a parlare con loro. I suoi amici in un primo momento si entusiasmano e sono felicissimi, ma poi si terrorizzano quando sentono la voce di Dio che annuncia: “questo è mio figlio: ascoltatelo!”. Lo vedi bene che si sono tutti e tre accucciati a terra e si tengono il viso con le mani; solo uno di loro osa continuare a guardare Gesù, maestoso in piedi sopra di loro, mentre Elia e Mosè lo affiancano per conversare con lui.

trasfigurazione

Trasfigurazione di Gesù – Foto di Lforzini, Opera propria, CC BY-SA 4.0, trovi il file originale qui

Gli effetti speciali sono solo iniziati perché nella prossima scena Gesù, col solito abito a pallini, sta sulla destra sopra un piccolo dosso benedicendo con la mano due donne davanti a lui, che sembrano stiano facendo esercizi di stretching: guarda come stendono bene la schiena in avanti, senza un accenno di gobba, brave! Sono Marta e Maria e si stanno inchinando davanti a Gesù perché sono disperate per la morte del fratello Lazzaro. Lo vediamo disteso su un ripiano all’interno di un edificio su colonne e una lastra posta di traverso per chiudere la tomba. Sul tetto si sono affollati molti curiosi che assistono all’arrivo di Gesù. Sanno che Marta e Maria lo hanno atteso a lungo perché speravano che col suo aiuto il fratello si sarebbe salvato e invece… Lo scultore Bonanno non ci racconta come va a finire questo episodio, ma ce lo suggerisce con la didascalia “De Lazaro R.”, cioè la resurrezione di Lazzaro: hai capito bene, Gesù resuscita il fratello delle sue amiche!

resurrezione di Lazzaro

Resurrezione di Lazzaro – Foto di Lforzini, Opera propria, CC BY-SA 4.0, trovi il file originale qui

Ormai celebre in tutta la Palestina, Gesù fa il suo ingresso trionfale a Gerusalemme, la città più importante dove tutti lo attendono. In groppa a un asinello percorre piano piano la strada in leggera salita, seguito dagli amici in fila tutti appiccicati l’uno all’altro e vestiti col solito abito di tendenza. Proprio sotto la porta della città un uomo stende a terra una veste perché Gesù vi passi sopra, in segno di rispetto e festeggiamento, mentre in alto quattro testoline barbute appese al balcone ci ricordano che furono in tanti quel giorno a festeggiare l’arrivo di Gesù e lo fecero sventolando rami di palma, come fa un uomo arrampicato sul balcone, fra tronchi nodosi che si piegano in alto e a destra.

ingresso a Gerusalemme

Ingresso a Gerusalemme – Foto di Lforzini, Opera propria, CC BY-SA 4.0, trovi il file originale qui

Ultimi momenti insieme

Sempre appiccicati e stretti tra loro ritroviamo gli apostoli, cioè gli amici di Gesù, nel riquadro successivo. Al centro uno di loro è seduto su una seggiola con poggiapiedi e con una mano sulla fronte sembra scrutare l’orizzonte: cosa sta facendo? Gesù davanti a lui ha le braccia sollevate che reggono un lungo telo e si sta preparando a lavargli i piedi nel catino posto a terra. Pietro, così si chiama quel discepolo, è molto stupito e gli chiede: tu vuoi lavare i piedi a me?! In effetti pensa a come potevano essere puliti quei piedi che camminavano abitualmente a terra senza scarpe! Lavare i piedi di qualcuno una volta a casa era un segno di cura e di grande ospitalità, per questo Gesù vuole farlo ai suoi amici, vuole prendersi cura di loro fino alla fine.
Ma come facciamo a capire che si trovano a casa? Forse avrai notato che sulla testa di Gesù c’è una specie di cupola, sembra quasi la cappa di un camino, che serve a simboleggiare che tutta la scena si svolge dentro un ambiente chiuso: del resto Bonanno non aveva molto spazio e in questo caso non inserisce neanche le colonne che abbiamo trovato altrove.

lavanda dei piedi

Lavanda dei piedi – Foto di Lforzini, Opera propria, CC BY-SA 4.0, trovi il file originale qui

Eccole invece nell’episodio successivo: due colonne lisce incorniciano l’immagine sorreggendo una volta merlata con tre cupolette sulla sommità e una grande lampada centrale che sembra piuttosto un pentolone pronto a scendere sulla tavola, lunga lunghissima per accogliere i 12 apostoli (prova a contarli, ci sono proprio tutti). Ora, non so a te, ma a me questi apostoli sembrano un po’ ballerini intenti in una complessa coreografia, disposti su due file con le braccia incrociate e le testoline in seconda fila che fanno capolino. E le gambe dove sono finite? Ci sono solo quelle del tavolo in effetti e quelle di Gesù, l’unico raffigurato per intero, con la solita mano benedicente mentre con l’altra accarezza Giovanni, il più giovane dei suoi amici, tutto accoccolato come un bambino fa con la sua mamma o il suo papà.
Sai cosa sta succedendo? Questa è una cena molto importante per Gesù e i suoi, perché è l’ultima che fanno insieme. Come mai?

ultima cena

Ultima cena – Foto di Lforzini, Opera propria, CC BY-SA 4.0, trovi il file originale qui

Tutto sembra perduto ma…

Perché l’indomani Gesù viene arrestato: eccolo al centro, con un rotolino in mano che forse avrai notato anche in altre immagini. È il rotolo delle Scritture, cioè una specie di foglio lunghissimo arrotolato che contiene scritti molto importanti per Gesù e per chi crede in Dio. Gesù lo tiene sempre in mano per ricordarci che lui lascerà questi scritti ai suoi amici, perché non se ne dimentichino quando non ci sarà più.
Quindi Gesù e il suo rotolino sono al centro circondati da moltissime persone che sembrano parecchio male intenzionate. Lo capiamo dalle lance che si vedono sullo sfondo, accanto alle due lanterne centrali, e dai pugnali e dalle asce che tengono in mano molti uomini. Alcuni sembrano soldati perché hanno una veste fatta di maglie di metallo, come quelle dei soldati appunto, e hanno anche scudi appuntiti davanti a loro. In testa vestono turbanti e alcuni hanno abiti a fiorellini, molto più preziosi dei semplici pallini delle vesti di Gesù e dei suoi amici. Insomma, mi sembra evidente che tutti questi soldati stanno proprio arrestando Gesù, ma per fargli cosa?

cattura di Gesù

Cattura di Gesù – Foto di Lforzini, Opera propria, CC BY-SA 4.0, trovi il file originale qui

È presto detto: Gesù viene ucciso sulla croce, mentre la sua mamma e il giovane amico Giovanni si disperano accanto a lui. C’è anche un soldato lì accanto, sembra quasi appoggiato per caso su un muretto, con la maglia di metallo, il mantello, la spada e lo scudo; è il soldato che dovrà verificare l’avvenuta morte di Gesù trafiggendogli il petto con una lancia, che forse una volta teneva nella mano destra stretta a pugno.
In alto due angeli si affacciano dal fondo per piangere e celebrare questo momento davvero triste, che però non è il finale della nostra storia.

crocifissione

Crocifissione – Foto di Lforzini, Opera propria, CC BY-SA 4.0, trovi il file originale qui

Qualcosa di grandioso e sorprendente accadrà nei riquadri più alti della porta, quelli che solo gli sguardi più acuti e attenti riescono a cogliere: ci teniamo il racconto per il gran finale, ok?


Se vuoi vedere la porta dal vivo puoi andare in piazza dei Miracoli a Pisa e avvicinarti alla cattedrale dal lato della torre pendente, oppure puoi visitare il Museo dell’Opera del Duomo lì accanto e vedere l’originale da vicino, bellissimo!


Per l’adulto che legge
Per i genitori che vogliono sapere qualcosa di più su questa porta, riprendo quanto riportato nella prima parte del racconto.
Bonanno Pisano è il nome dell’artista che ha realizzato la porta per il transetto destro della cattedrale di Pisa, conosciuta come porta di San Ranieri (il santo patrono della città), nell’ultimo quarto del secolo XII. L’originale si trova nel Museo dell’Opera del Duomo, ma possiamo comunque ammirarne all’esterno una pregevolissima copia (le riproduzioni fotografiche qui sopra sono proprio della copia).
Fino al ‘500 esistevano altre due porte di bronzo di mano di Bonanno sulla facciata della chiesa, prima che un terribile incendio le distruggesse; così per vedere un’altra opera di Bonanno bisogna volare fino in Sicilia, dove la porta di Monreale reca proprio la firma dello stesso artista.
Cosa significa dire che Bonanno è l’autore delle porte? Significa che è il responsabile del progetto e, secondo quanto ci dicono gli studi, ha curato la fusione del bronzo e le rifiniture a freddo, affiancato dagli aiuti presenti nella sua bottega, realizzando le singole scene separatamente e assemblandole in un secondo momento nella grande intelaiatura che ricopre il supporto di legno. La grande novità di queste porte, rispetto a quelle realizzate in precedenza, è che il racconto si snoda lungo entrambi i battenti, dal basso verso l’alto e da sinistra verso destra, e non su un battente alla volta. Per questo osservandolo sembra proprio di leggere una pagina di fumetto, anche se dal basso
;-)
Per ulteriori approfondimenti ti consiglio di leggere la biografia di Bonanno sull’Enciclopedia dell’arte medievale presente sul sito della Treccani, è un testo specialistico ma nel suo insieme comprensibile.

Un’ultima nota a margine: la storia raccontata è tratta dalla Bibbia ed è una storia. Il suo racconto non è un insegnamento catechistico e dipende esclusivamente da te il valore che vorrai dargli. Per me è una bella storia :-)

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