Ceramica e colore: i bacini delle chiese di Pisa

Un nuovo post di Racconti d’Arte, la serie dedicata ai bambini e ai loro genitori. Qui trovi alcune semplici istruzioni su come leggerlo.

Ti racconto cosa sono i bacini ceramici e come sono stati ingegnosamente utilizzati dai Pisani mille anni fa.

Questa è la storia di una marea di scodelle, ciotole, piatti e catini. Scommetto che non hai mai sentito una storia di scodelle. Cosa avranno di così straordinario da dover essere raccontate?
Pensa che sono così speciali da essere conservate in un museo di Pisa, l’unico a possederne così tante, più di 600.
Proviamo a scoprirle?

Non semplici cocci

Tra fiori e decori ti svelo il segreto di tutti questi cocci.

Una ciotola, un piatto, un catino e una scodella: tutti oggetti utili per una cosa in particolare, sarai d’accordo con me, cioè mangiare o tutt’al più bere; insomma contenere alimenti. Ma non tutte le ciotole sono uguali, perché quelle vecchie della nonna magari hanno un grazioso ricamo a fiorellini sul bordo e quelle comprate da mamma e papà dall’artigiano specializzato hanno un bellissimo disegno sul fondo. Quasi fa dispiacere mangiarci dentro e allora sai che c’è? Mi verrebbe voglia di appenderle come se fossero un quadro; guarda come rendono colorata e gradevole quella parete, non trovi?

Ecco quello che è più o meno accaduto a molte delle scodelle di cui sto parlando: provengono da molto lontano come ricordo di un viaggio avvenuto tanto tempo fa, in certi casi addirittura mille anni, e una volta giunte nella loro nuova casa qualcuno ha detto “Che bei colori e che bei decori! Qualcuna la uso per mangiarci, ma questa è speciale, guarda un po’ dove starebbe bene”. E tac! Guarda dove è andata a finire la famosa scodella speciale.

bacini di San Piero a Grado

Basilica di San Piero a Grado (PI), particolare della parete esterna, foto di Sailko, CC BY 2.5, File originale qui

Bacini ceramici per tutti

Usi alternativi di oggetti d’uso: ti spiego come venivano impiegati questi famosissimi piatti.

Sì, quella che vedi è proprio la parete di un edificio, in particolare una chiesa. È San Piero a Grado a Pisa, la stessa di quelle lunghe storie su Pietro e Costantino che ti ho raccontato qui; sopra gli archetti di pietra che si trovano sopra le finestre sono stati murati dei piatti, che cosa buffa! Quei cerchi di dimensioni diverse e con decorazioni varie sono proprio scodelle che sono piaciute così tanto ai Pisani che hanno deciso di utilizzarle per decorare le pareti e le facciate delle chiese più belle della loro città. Non tanto le chiese di marmo, già splendenti di per sé, quanto le chiese in pietra, così grigiette o begioline – un po’ smorte ai loro occhi insomma – da aver proprio bisogno di un tocco di colore portato dai bacini ceramici, come oggi vengono chiamati dagli studiosi.

Sai che i Pisani viaggiavano tantissimo già mille anni fa? Pensa che l’aeroporto non c’era ancora, ma si spostavano in nave e solcavano i mari e toccavano le coste dell’Italia meridionale, della Spagna, dell’Africa e persino del Medio Oriente, dove portavano le proprie merci e ne prendevano molte altre, dalla seta, alle spezie, agli oggetti di ceramica come questi.
A noi potrà sembrare davvero strano, eppure ritrovarli oggi murati sulle pareti delle chiese più antiche è un chiaro segno di quanto questi piatti fossero apprezzati e considerati belli e unici.

bacini ceramici - pesce

Bacino con pesce azzurro, Foto di Sailko, CC BY-SA 3.0, File originale qui

Argilla, smalto e minerali

Ti racconto come nasce un bacino ceramico.

Fortunatamente la maggior parte dei bacini sono stati tolti dall’esterno delle chiese, oggi sostituiti da copie, e sono tutti conservati nel Museo di San Matteo a Pisa, dove possiamo ammirarli in tutto il loro splendore. Dico fortunatamente perché se non fossero in un museo non sarebbe possibile vederli così da vicino.
Ti sembra strano ammirare un piatto? A me sì e per tanto tempo non sono riuscita a vederci niente di particolarmente interessante. Ma guarda ora con me il pesce blu qua sopra: una forma semplice ed elementare, con righe incrociate che delineano il corpo a squame, la coda a Y, un grande occhio a goccia e pochi tratti per le pinne, due linee ondulate sopra e sotto e il gioco è fatto, già ci sentiamo in mezzo al mare insieme a lui. 

Gli artigiani di Tunisi che hanno realizzato questa scodella hanno prima lavorato l’argilla, di un colore un po’ scuro come vedi dalle sbeccature, e dopo aver creato la forma l’hanno cotta in forno; poi l’hanno ricoperta di smalto bianco, per camuffare il colore, e solo allora è stato possibile dipingere in blu con cobalto e manganese e cuocere una seconda volta per ultimare il lavoro. Non così facile e rapido come sembrava, vero?

bacini ceramici - veliero

Bacino con veliero blu, Foto di Sailko, CC BY-SA 3.0, File originale qui

Nel blu dipinto di blu

Temi marini ci ricordano la vicinanza al mare di questi popoli.

Lo stesso procedimento è stato usato anche per questo piatto, che in effetti sembra più piano del precedente. E non è l’unica somiglianza perché anche il tema è nuovamente marino.
Non è affatto una casualità, perché tutti i paesi con cui Pisa scambiava merci si affacciavano sul mar Mediterraneo: immàginati popoli abituati a vivere con l’orizzonte del mare sempre a portata d’occhio, avvezzi alla pesca e alla navigazione, come questi due marinai su un veliero a forma quasi di gondola, una vela sospinta dal vento e una rete lanciata in acqua in attesa di un colpo di fortuna. Magari restassero imbrigliati quei due pescioni sorridenti e ignari del pericolo che li minaccia!

Ma non solo pesci e navi abitano i nostri bacini.

bacini ceramici - leone

Bacino con leone, Foto di Sailko, CC BY-SA 3.0, File originale qui

Non solo mare

Leoni e pennuti protagonisti di molti bacini ceramici.

Ecco la volta di un buffo leone rampante, cioè sollevato sulle zampe posteriori, quasi a far vedere quant’è bravo a stare in equilibrio. A dirla tutta guardandolo in faccia sembra molto poco convinto, piuttosto sembra dire “Oooooh! Ce la farò?!”. Tutt’intorno, sul bordo del piatto, una linea sottile nera traccia girali a ripetizione concludendosi in foglie spumose, quasi delle nuvolette, azzurre come il leone.
In questo caso sono ben due i colori usati, una novità rispetto agli esempi precedenti.

bacini ceramici - volatili

Bacino con volatili affrontati, Foto di Sailko, CC BY-SA 3.0, File originale qui

Come in questo caso ancora più variopinto: sul fondo della scodella due uccelli che non saprei definire meglio (a te cosa sembrano?) stanno di fronte a un sottile alberello con la chioma divisa in tre, ognuno ha il corpo a puntini rossi e coda e ali a righe incrociate nere, si volgono con la testa all’indietro per beccare ciascuno la propria fogliolina a forma di arachide. Una specie di cornice a puntini verde mare segue i contorni dei due pennuti.
E sulle pareti della scodella? Un bel gioco di simmetrie con scacchiere alternate a cerchi dove ritroviamo gli stessi volatili con collo torto e fogliolina nel becco.

Entrambi questi ultimi due esempi provengono dalla Puglia, nel sud Italia, che 900 anni fa era tanto lontana quanto gli altri paesi del Mediterraneo, proprio perché si raggiungevano sempre per mare.

bacini ceramici - caratteri arabi

Bacino con caratteri arabi, Foto di Giuseppe Capitano, CC BY-SA 4.0, File originale qui

Giochi di linee e di colore

Un ultimo esempio: bacini senza figure decorati con motivi lineari e colorati.

Sono tantissimi anche i bacini che non contengono figure vere e proprie ma semplici decorazioni, oppure, guarda che strano, addirittura delle scritte in un alfabeto che non tutti conoscono e che diventa quindi un insieme di linee colorate.
Questa scodella per esempio è decorata da semplici ghirigori verdi e gialli con contorno nero. Sembrano ghirigori vero? Anche i Pisani che hanno portato il bacino in città li vedevano come decorazioni d’effetto, ma in realtà sapevano che quelle sono lettere della lingua araba, parlata in Tunisia, che a loro interessava però per il gradevole effetto decorativo, a prescindere dal significato.

Curioso vero? Gli scambi con il mondo arabo un tempo erano frequenti e normali, molto più di quanto possiamo immaginare oggi. Forse hai un amico che conosce queste lettere? Sarebbe bello fargliele leggere e tradurre! Già che ci sei raccontalo anche a me :)

bacini ceramici - stella

Bacino con stella e matasse, Foto di Giuseppe Capitano, CC BY-SA 4.0, File originale qui

Chissà se anche le decorazioni sul bordo di quest’ultima scodella sono lettere dell’alfabeto arabo; sul fondo due triangoli sovrapposti formano una strana stella a sei punte, con fiorellini e riccioli che riempiono ogni spazio lasciato vuoto.
Hai notato come è diversa da tutte le altre? La tecnica con cui è stata realizzata è un po’ più complessa e raffinata e l’effetto è quasi un po’ metallico, come se i disegni fossero di rame. Il risultato è molto elegante, non trovi? La scodella proviene dalla Spagna meridionale: l’Andalusia.

Vista bionica?

Scopriamo gli ultimi due segreti dei bacini ceramici custoditi dai Pisani.

Questi sono solo alcuni esempi, illustrarne di più sarebbe troppo stancante, ma spero di averti incuriosito abbastanza per andarli a vedere di persona o continuare a cercare qualche immagine sul web (qua sotto ti do qualche spunto).

Una cosa però volevo dirti: ti sei chiesto come potessero tutti questi disegni, decorazioni e figure essere visti così a distanza, in alto sopra le pareti delle chiese? Forse con una vista bionica. In caso contrario la risposta è: non potevano! Cioè il dettaglio dei disegni ovviamente da lontano non si vedeva, ma era sufficiente la macchia di colore e l’impianto del decoro per rendere più variopinte e movimentate le mura delle chiese pisane (e non solo! anche a Lucca e in altri centri della Toscana se ne trovano). 

Per finire ti racconto che a un certo punto è successo che i Pisani si sono fatti furbi e hanno iniziato a produrre loro stessi bacini ceramici, per farseli proprio come piaceva a loro. Dopo tanti viaggi e tanta osservazione hanno pensato bene di mettersi alla prova e vedere quel che era possibile fare da soli.
Il risultato è sempre al Museo di San Matteo, oppure in copia sui fianchi e le facciate delle chiese della città. E — se vuoi — in un futuro Racconto d’Arte.


Per l’adulto che legge

Se avete letto tutto il racconto e siete arrivati fino a qui: grazie! È stato particolarmente impegnativo per me scriverlo perché il tema è complesso ma soprattutto di difficile adattamento a un racconto vero e proprio, spero di avervi almeno incuriosito.
Se vuoi avere maggiori informazioni sull’argomento puoi farti un giro sul sito della mostra che si è chiusa da poco a Pisa, troverai molte foto e diversi approfondimenti interessanti. Oppure ti consiglio due gallerie su Wikipedia, questa e questa, per scorrere le immagini e fare il pieno di bacini (ceramici! agli altri bacini pensateci voi).

La cosa che a me affascina di più di queste ceramiche sono i disegni che parlano di Medioevo: sono di un’immediatezza tipica dell’epoca, che a me piace davvero tanto. Se avete del tempo da trascorrere insieme potete provare a riprodurre alcuni di questi disegni e poi divertirvi con variazioni sul tema, anche solo a partire da ghirigori e scarabocchi, vi divertirete!

Infine una piccola osservazione: scoprire il mondo arabo sulle pareti delle “nostre” chiese, lì collocati di proposito e con disinvoltura quasi mille anni fa, può aiutarci a ridimensionare tutta la lontananza tra questi due mondi. Erano molto più vicini quando le distanze chilometriche erano più difficili da percorrere e quando parliamo della nostra storia e delle nostre tradizioni possiamo ricordare anche questo.

Un commento per “Ceramica e colore: i bacini delle chiese di Pisa

  • Grazie! bellissimo post…ci sono arrivando perchè sto preparando un esame di Museologia presso la Università di Torino e la prof in una lezione ha parlato delle scodelle moresche sulle facciate delle chiese di Pisa…è sempre bello saperne un po’ di più!:-D

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