Di porte e di citta’: alla scoperta di Lucca

Un nuovo post di Racconti d’Arte, la serie dedicata ai bambini e ai loro genitori. Qui trovi alcune semplici istruzioni su come leggerlo.

Qui è dove ti racconto cos’è e a cosa serviva una porta quasi in mezzo alla città di Lucca.

Questa è la storia di una porta o forse sarebbe meglio dire di una città. Cosa c’entra una porta con una città? Una volta queste erano molto diverse da come siamo abituati a vederle e viverle noi oggi e per entrarci bisognava oltrepassare la porta delle mura che le circondavano. Un po’ come accadeva per i castelli. 

La porta della nostra storia oggi è sempre aperta e attorno a lei non ci sono mura. Vuoi scoprire perché?

porta San Gervasio

Porta San Gervasio a Lucca, foto di Sailko, CC BY 3.0, file originale qui

Una porta dentro la città

Ti spiego come mai la porta delle mura si trova oggi all’interno anziché all’esterno.

Forse hai iniziato a chiederti se questa porta esiste davvero e, nel caso, dove si trova.
Certo che esiste! E ha anche un nome, si chiama Porta dei Santi Gervasio e Protasio e si trova all’interno di Lucca. 
Il che è molto strano, visto che abbiamo detto che è necessario attraversarla per entrare in città. Dunque come mai si trova dentro Lucca?
Se conosci questo magico luogo saprai che ancora oggi è completamente circondato da mura massicce e possenti, così larghe che è addirittura possibile passeggiarci sopra, e ci sono ben sei porte aperte che permettono di entrare, ma nessuna di queste è la porta San Gervasio (che per brevità chiameremo così, ci scuserà San Protasio).

Ebbene, la nostra porta è molto più antica delle mura che oggi circondano Lucca e ha almeno 300 anni in più. Quando è stata costruita era la porta che permetteva di entrare e uscire dalla città in direzione di Firenze e faceva parte di una cerchia muraria più piccola di quella attuale.
Può succedere che a un certo punto una città inizi a crescere, perché aumentano le persone e aumentano le case dove far vivere queste persone, così si è pensato: “Costruiamo altre mura!”. E siccome i tempi erano cambiati ed erano cambiati anche i tipi di armi con cui si compivano gli assalti, le nuove mura sono state costruite in maniera diversa e più moderna.

Il perché delle mura

Scopriamo a cosa serviva circondare di mura una città.

Anche tu a casa hai una porta, vero? Ce ne saranno una per entrare in casa e altre per entrare nelle diverse stanze, per proteggere te e la tua famiglia e per isolare ogni stanza dalle altre, giusto?
Qualcosa di simile accadeva per le città: si costruivano mura per proteggere i suoi abitanti e si chiudevano le porte per non far entrare i malintenzionati.
Proteggere attraverso alte mura era abbastanza semplice: non è facile scavalcare un muro alto più di 10 metri! Più difficile invece era rendere sicura e imbattibile la porta per entrare e uscire. 

Ottocento anni fa (tanti sono all’incirca gli anni di porta San Gervasio) non esistevano i portoni blindati e neanche il cemento armato. Quale sarà stato il modo migliore per costruire una porta sicura a prova di nemico?
Osserviamola insieme.

Anatomia di una porta

Iniziamo dai torrioni: come erano e a cosa servivano.

Al centro un grande arco, quasi un cerchio diviso a metà, è l’apertura della porta, circondata ai lati da due alti torrioni di pietra a forma di metà cilindro. Dalle torri i guardiani della città riuscivano a guardare in lontananza e scrutando l’orizzonte potevano scorgere i nemici avvicinarsi e avvisare i cittadini in caso di pericolo.
Oggi sulla cima dei torrioni ci sono delle finestrelle, anche più in basso ci sono finestre comuni con tendine e persiane, perché è successa una cosa davvero buffa: i torrioni sono diventati delle case! La stessa cosa che è successa alle mura che una volta affiancavano la porta San Gervasio. Anziché essere abbattute quando non servivano più, sono state riutilizzate come mura delle case che nel corso del tempo si sono trasformate e sono diventate sempre più moderne, ma hanno mantenuto il profilo delle antiche mura.

I guardiani della porta, dicevamo, scrutavano l’orizzonte dalla cima dei torrioni, su cui un tempo era possibile camminare. Di notte vegliavano per assicurare protezione a tutta la città e alle prime luci dell’alba, quando iniziava una nuova giornata di lavoro, incontri, scambi e viaggi, erano pronti ad aprire la porta per permettere a tutti di uscire ed entrare per svolgere le proprie attività. Un po’ come accade nell’immagine qui sotto, dove uomini a cavallo si incamminano verso battute di caccia uscendo nella campagna e altri uomini spingono i loro maiali e i loro muli all’interno della città per iniziare i loro scambi quotidiani.

effetti buon governo in città

Ambrogio Lorenzetti, Effetti del Buon governo, Palazzo Pubblico, Siena, foto di Google Cultural Institute, Pubblico dominio

Il ponte levatoio…

…e la porta vera e propria: ecco come si chiudeva e proteggeva la città.

Se guardi bene la porta noterai anche che, attraversato l’arco, lo spessore è davvero grande! Non è esattamente come entrare nelle nostre case ed è possibile sostare sotto la porta, anzi, se hai occasione di andare a Lucca ti consiglio proprio di farlo perché lì sotto potrai fare tante piccole scoperte.

Per esempio potrai notare che lungo le pareti, verso l’esterno, sono ancora presenti due grandi scanalature che contenevano gli ingranaggi per abbassare e sollevare il ponte levatoio che si appoggiava proprio sull’arco. Intorno alle mura era presente infatti un fossato che poteva essere attraversato proprio grazie al ponte levatoio. 
Il ponte ovviamente non era l’unico modo per chiudere l’accesso perché esisteva una porta vera e propria con due grandi battenti di legno che oggi possiamo solo immaginare. Ma se da sotto la porta sollevi lo sguardo verso l’alto noterai ancora visibili i due cardini di pietra entro cui ruotavano i perni dei battenti quando si aprivano e chiudevano: sono enormi! Li puoi vedere nella foto qui in basso.

Immagina quante persone negli anni sono passate qui sotto e quante volte quei cardini hanno sopportato l’apertura e la chiusura della porta! Perché dopo ogni apertura all’alba, ogni giorno al tramonto qualcuno si occupava di chiudere nuovamente la porta per proteggere la città nel momento più pericoloso: il buio della notte.

Interno di Porta San Gervasio, foto di Davide Papalini, CC BY-SA 3.0, file originale qui

I protettori della porta

Guardiamo insieme la parte alta per scoprire l’aspetto dei protettori.

Se guardi il soffitto della porta eccole lì le stelle della notte, rosse su un insolito cielo bianco. Questa decorazione è stata fatta un po’ di anni dopo rispetto al resto della porta e se guardi sulla parete noterai altre immagini: la Madonna con Gesù Bambino in braccio e due angeli che aprono un’elegante tenda rossa per mostrarli agli osservatori. Inginocchiati ai lati infine eccoli qui, San Gervasio e San Protasio, due soldati romani che meglio di chiunque altro potevano proteggere l’ingresso in città.

La prossima volta che passi da qui, solleva lo sguardo e non scordarti di fare un saluto a entrambi, chissà che non proteggano anche te.


Per l’adulto che legge

Ti sembrerà strano che di una città con un circuito di mura ancora intatto come quello di Lucca io abbia scelto di raccontare proprio una porta che non fa parte di quel circuito. La ragione principale è che i miei racconti sono tutti immersi nel medioevo mentre le mura di Lucca sono di età rinascimentale. E poi porta San Gervasio conserva un fascino che ho voluto provare a trasmetterti.

Per vedere maggiori dettagli della porta ti consiglio la pagina del sito dell’Opera delle Mura di Lucca, dove trovi una carrellata di immagini anche dell’interno di uno dei torrioni e nel resto del sito ti puoi sbizzarrire se cerchi informazioni sulle mura.

In rete non si trovano però tantissime notizie sulla porta, puoi avere qualche dettaglio in più sul sito del comune di Lucca dove è descritto il recente intervento di restauro.

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