Orsi, leoni e Gruffalo’: un taccuino da sfogliare

Un nuovo post della serie Racconti d’Arte dedicata ai bambini.
Se vuoi sapere nel dettaglio di cosa si tratta ed essere sicuro di leggere l’articolo nel modo migliore, ti consiglio di seguire le semplici istruzioni che ho raccolto qui.

Vuoi ascoltare la storia anziché leggerla? Ecco qua il podcast con la mia voce narrante (non scordarti di seguirla con le immagini sotto gli occhi). Puoi ascoltare il podcast anche su Spotify e su iTunes.

 

 

Un taccuino di schizzi molto speciale: architetture, figure umane e decorazioni, ma soprattutto animali disegnati da un architetto dal nome strambo: Villard. Ecco la storia


Questa è la storia di un taccuino: tu ce l’hai un taccuino? Uno di quei piccoli quaderni o block-notes da portare sempre con sé, per scriverci appunti volanti quando ti viene in mente qualcosa che vuoi ricordare o per disegnarci uno schizzo quando vedi qualcosa che vuoi immortalare.
Chissà, il tuo taccuino potrebbe avere la stessa fortuna di questo che ti racconto: ha ottocento anni ed è conservato alla Biblioteca Nazionale di Parigi, in Francia, perché francese era il suo proprietario di nome Villard. Eccolo, te lo presento!

Taccuino Villard

Questa è la copertina del Taccuino di Villard

Ti piace? Cosa avrà di tanto speciale? A me piace anche la copertina in effetti, tutta in pelle con la chiusura a busta, ma quel che mi colpisce di più sono tutti i disegni che trovi mano a mano che lo sfogli: pezzi di case, figure umane, dettagli di macchinari strani e soprattutto tanti animali! E questa è la parte più divertente da osservare.

Una chiocciola a quattro antenne

Cosa ci fanno tanti animali nel taccuino di un architetto.

Per esempio la chiocciola con quattro corna sulla testa e un occhio ben aperto è proprio buffa! Lo sappiamo tutti che gli occhi delle chiocciole sono sopra le due antenne sul capo. Io però confesso che non mi ricordavo che le antenne in tutto sono quattro: due sono occhi e due sono tentacoli con gli organi di senso. Evidentemente Villard è stato un bravo osservatore ma non perfetto, o forse ha deciso che quell’occhio a forma di cuore avrebbe reso la sua chiocciola più simpatica e gradevole da vedere.
E come mai una chiocciola si trova nel suo taccuino? Cosa doveva farci Villard? Villard era un architetto e i suoi disegni sono appunti per il suo lavoro: cioè progettare case (ma soprattutto chiese) e decorarle con moltissime sculture, come andava di moda al tempo. Scommetto che una chiocciola come questa sarebbe stata benissimo mimetizzata, per esempio, su un portale di una cattedrale.

chiocciola_taccuino_Villard

Una chiocciola dall’occhio a cuore

Tra cavallette e labirinti

Cosa hanno in comune un insetto, un gatto e un labirinto.

Questa è proprio la funzione che potevano avere tutti gli insetti della prossima immagine: una cavalletta, una mosca, una libellula e anche un gambero. Guarda come sono disegnati con semplicità e perfezione! Pochi tratti netti e sicuri ci fanno dire che Villard era un disegnatore davvero abile.
Ma gli insetti in questa pagina sono in buona compagnia: puoi vedere il gattino appollaiato in alto sulla destra e il gatto arrotolato nell’angolo sinistro in una posa molto poco naturale (anche se i gatti spesso assumono pose davvero strane!). Sai che spesso gli elementi decorativi degli edifici avevano forme molto geometriche? Come questo gatto che assomiglia un po’ a un cerchio ed è abbastanza normale se pensi che avrebbe dovuto essere scolpito nella pietra: seguire una forma geometrica sarebbe stato molto più semplice. E poi accanto c’è un grande labirinto: prova a trovare l’uscita con il dito!

Insetti, gatti e labirinti

Insetti, gatti e labirinti

Orsi e cigni su pergamena

Perché sono tanto preziose le pagine del taccuino.

Un grande cigno con le ali sollevate ci aspetta nel prossimo foglio. Mi fa ricordare la storia del brutto anatroccolo, che quando si trasforma in cigno non si riconosce più: il suo aspetto è davvero fiero e signorile! E cosa ci fa un grosso orso sopra di lui? La risposta è: niente. Ricorda che questo è un taccuino di schizzi e appunti, Villard occupava le pagine con tutti i disegni che riteneva più utili da rappresentare e stava anche ben attento a non sprecare le pagine, che erano davvero preziose.
Sai che non sono di carta? Il materiale di cui sono fatte si chiama pergamena, cioè una pelle animale lavorata e ripulita perché ci si potesse scrivere: era importante sfruttare gli spazi al massimo, dopo tutta la fatica per renderla utilizzabile (e infatti in basso a destra c’è un altro piccolo disegno: una città murata in miniatura).

cigno e orso

Un cigno e un orso

Un leone sorridente

Come mai il leone di Villard è così poco realistico.

Ma alcuni disegni meritavano di occupare una pagina intera: ecco un grande leone visto frontalmente, con una grossa criniera che sembra piuttosto la barba di Babbo Natale. Hai mai visto un leone dal vivo? Quasi certamente lo hai visto sui libri o in televisione, in qualche foto o in un video.
Invece Villard credo proprio che non ne abbia mai visto uno vero, ai suoi tempi non esistevano fotografie e tanto meno la TV o internet; l’unico modo per farsi un’idea di come era fatto un leone era guardarlo nei dipinti, nei disegni o nelle statue che spesso si trovano all’esterno delle chiese. Hai mai notato che leoni con prede tra gli artigli o addirittura nella bocca si trovano proprio sulle facciate delle chiese più antiche? Evidentemente il nostro Villard ha preso spunto da altri leoni disegnati, anche se ci tiene a dirci, nella scritta accanto alla testa, che quello è un LEO e che è stato ritratto dal vivo. Tu ci credi?
In basso a sinistra un piccolo animaletto sembra voler rubare la scena al nostro grande protagonista. Sai dire come si chiama?

Leone

Il leone di Villard

Finale a sorpresa: un Gruffalò?

Che ne dici di questi disegni? Hai mai pensato di tenere anche tu un taccuino con tutti i ritratti degli animali che ti vengono in mente?
Ce ne sono ancora molti altri tra quelli di Villard, questi sono quelli che mi hanno colpito di più, ma uno in particolare non te l’ho ancora mostrato perché è davvero sorprendente: non è un animale reale e chissà se tu lo conosci. Viene descritto così: ha zanne tremende e artigli affilati, e denti da mostro di bava bagnati, ginocchia nodose e terribili unghione, e un bitorzolo verde in cima al nasone! E occhi arancioni, e lingua molliccia… e aculei violacei sulla pelliccia.
Non ti sembra che assomigli proprio a un Gruffalò?!

Ma questo sembra proprio un Gruffalò!

Ma questo sembra proprio un Gruffalò!


Per l’adulto che legge
Se il taccuino di Villard vi ha incuriosito, ti do una bella notizia: sul sito della Biblioteca Nazionale di Parigi trovi la riproduzione completa che puoi anche scaricare gratuitamente (se ne fai un uso non commerciale).
Ci sono molti disegni diversi da quelli che ti ho mostrato: appunti tecnici da ingegnere, molti dettagli di edifici e figure umane, ma anche molti altri animali.
Se vuoi approfondire ti posso dire che il nome completo con cui è conosciuto il nostro disegnatore è Villard de Honnecourt e in realtà non si sa molto di lui, se non che è vissuto all’inizio del XIII secolo. Puoi leggere la voce a lui dedicata sull’Enciclopedia dell’arte medievale della Treccani.


Photo credits: Source gallica.bnf.fr / National Library of France

8 commenti per “Orsi, leoni e Gruffalo’: un taccuino da sfogliare

  • Grazie Sara! Il tuo racconto del taccuino di Villard è interessantissimo. I taccuini da viaggio sono meravigliosi e tutti dovrebbero averne uno: il mondo sarebbe migliore perché l’osservazione di ogni cosa, persona, insetto o animale sarebbe più attenta e ogni piccolo dettaglio diventerebbe una scoperta straordinaria.

    • Maria, è proprio così!
      Io ho iniziato tardi, ma posso dirti che il mio primo taccuino di disegno da viaggio l’ho iniziato grazie a te, dopo il tuo corso di disegno. Grazie!

    • Evviva! Grazie Ettore, tengo molto al tuo parere! Il Gruffalò è molto famoso, ma ti saresti aspettato di ritrovarlo su un taccuino di disegni di 800 anni fa??

  • Grazie Sara!
    Il racconto è piacevolissimo.
    L’ho ascoltato molto volentieri ed ho imparato
    alcune curiosità.
    Grazie ancora.
    Silvia

  • Ciao Sara,
    avevo letto l’articolo ma finalmente sono anche riuscita ad ascoltarlo. Che bella l’idea di questi podcast! Mi ha fatto ritornare in mente quando ero piccola e ascoltavo il “raccontastorie”, un ricordo molto caro. Spero che tanti bambini possano apprezzare questa bella possibilità!
    Brava!

    • Patrizia grazie di cuore! Sto riscoprendo il raccontastorie con il mio bimbo, è bello essere associata a quei bei ricordi <3

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