Da qualche tempo, un po’ sottovoce, si è cominciato a parlare della famosa Bibbia di Calci. Si dice: è tornata in Certosa, hanno scritto un libro, non è più al Museo di San Matteo di Pisa, è visibile, non è visibile…
Secondo me è giunto il momento di fare un po’ di chiarezza! Cosa è e perché è così famosa? Qual è la novità che fa sì se ne parli tanto ultimamente?
Se pensate di aver capito questo siete decisamente fuori strada…
La Certosa di Calci è stata fondata nel 1366, ben due secoli dopo la realizzazione della Bibbia…dunque qualcosa non torna (e lo dicevo io che c’era bisogno di fare chiarezza!).
A realizzarla sono stati lo scriptor Alberto da Volterra, lo scriptor de licteris maioribus Adalberto e il magister Viviano (i loro nomi sono riportati in fondo all’ultimo volume) e lo hanno fatto per un monastero benedettino che si trovava a Pisa, intitolato a San Vito. Nel 1373 papa Gregorio XI decise di chiuderlo, trasferendo tutti i suoi beni a quello della Gorgona, proprio sull’isola! E che c’entra l’isola con la Certosa di Calci?! Chi è stato a visitare la Certosa avrà forse notato che nella cella del monaco è conservato uno stranissimo dipinto che raffigura l’isola della Gorgona e i monaci che arrivano su un modernissimo vaporetto (è come quando ci travestiamo da Robin Hood e scordiamo di toglierci l’orologio): lo stesso papa infatti assegnò il monastero della Gorgona ai monaci certosini, che nel 1425 lo unirono alla Certosa di Calci, ereditando tutti i suoi beni, compresa – indovinate un po’? – proprio la Bibbia gigante.
E a Calci è rimasta da allora fino al 1970, quando i monaci hanno lasciato la nostra Certosa e la bibbia è stata depositata temporaneamente al Museo Nazionale di San Matteo. Ecco dunque la grande novità: da ottobre scorso è stata nuovamente trasferita al Museo della Certosa di Calci, dove presto sarà visibile nella bellissima cornice della sacrestia, ed è stato pubblicato un interessante libro che racconta questi e moltissimi altri dettagli insieme a tante immagini delle iniziali miniate. Perché questa è una delle particolarità che rendono la Bibbia tanto famosa e preziosa: i capilettera, cioè le iniziali di alcune parole. Che non sono semplicemente scritte più grandi, ma sono decorate con figure vegetali, geometriche, umane, animali e soprattutto sono coloratissime! Lupi che mordono lepri alla fine di una I, leoni impauriti morsi da draghi che si aggrappano al gambetto di una Q, teste d’uomo dalle orecchie a punta ai piedi di una P, un giovane che sorregge la traversa di una T e addirittura uno scriptor al lavoro dentro una variegata H…davvero ce n’è per tutti i gusti! Così, anche se non è stata realizzata da un monaco certosino a Calci, la Certosa era ormai la sua casa e noi siamo davvero felici che ci sia tornata. Per questo abbiamo anche pensato a un percorso didattico per i ragazzi delle scuole dedicato proprio a lei, a voi non resta che venire a sperimentarlo: Biblia Picta vi aspetta! Giovedì 27 novembre alle 17.30 il volume a cura della direttrice Severina Russo La Bibbia di Calci. Un capolavoro della miniatura romanica in Italia sarà presentato presso il Dipartimento di Storia delle Arti dell’Università di Pisa.